I paesi del terzo mondo trovano spesso un ostacolo nel loro sviluppo economico dalle regole restrittive e oscurantiste che religioni secolari e integraliste impongono ai loro cittadini.
Risulta oggettivamente evidente come sia in Africa che in Medio Oriente la differente impostazione teologica governi lo sviluppo di questi paesi.
Laddove la religione non influisce sulle scelte politiche inerenti l’accesso all’istruzione, alla sua diffusione e libero accesso da parte di tutti i cittadini, la crescita sociale ed economica è più vivace e veloce.
Dove a uomini e donne è consentito di frequentare scuole e università, senza discriminazioni di sesso o religione, potendo poi esercitare le professioni per cui hanno studiato, la crescita economica e sociale del paese è in costante ascesa e miglioramento, con benefici diffusi per tutta la collettività.
Là dove le religioni integraliste e oscurantiste ostacolano la libera istruzione, costringono donne e minoranze all’esclusione da qualsiasi formazione scolastica ed esercizio delle professioni, le nazioni guidate da soli uomini, spesso non formati culturalmente, soffrono gravi difficoltà di sviluppo e crescita economica.
In queste possiamo spesso ritrovare situazioni di sfruttamento, anche minorile, di sottosviluppo, di povertà estrema, di negazione dei diritti civili elementari a partire dal diritto all’educazione.
Si viene quindi a delineare uno stretto filo conduttore tra l’oppressione della libera espressione,
del diritto alla conoscenza e all’uguaglianza tra le persone con la crescita economica e del benessere sociale di una collettività, marcando in modo netto la connessione tra educazione e libertà, tra cultura e crescita finanziaria di qualsiasi società civile.