Alfabetizzazione in Italia

Scolarizzazione in Italia, i cambiamenti nel trentennio dal 1960 al 1990

Alla crescita economica del nostro Paese nel dopoguerra ha contribuito in maniera determinante la preparazione della nuova classe operaia di cui l’industria necessitava per il suo sviluppo.

Molti avevano potuto acquisire abilità grazie alla pratica diffusa dell’apprendistato giovanile presso gli artigiani, ma nella maggior parte dei casi le professionalità acquisite non erano quelle che la grande industria metalmeccanica e manifatturiera di quegli anni stava chiedendo.

Un ruolo importante in quegli anni è stato svolto dai diffusi istituti professionali e tecnici, accessibili a tutti i giovani provenienti dal secondo ciclo delle scuole obbligatorie, che hanno trasformato schiere di figli di agricoltori in operai utili alle molteplici e sempre crescenti attività industriali di un Paese in costante crescita.

Dalle scuole di formazione per operai edili a quelle per tornitori e saldatori è scaturita una classe operaia capace di dar vita al miracolo italiano, di sostenere con la propria abilità le innovazioni tecnologiche e di design che l’industria andava realizzando grazie alla spinta di una folta schiera di progettisti e tecnici, anch’essi frutto dell’accesso universale all’istruzione, spina dorsale dello sviluppo industriale ed economico del Paese.

Il vero salto di qualità nell’accesso all’istruzione si ha con i primi governi social-democratici, a partire dal 1962, con l’istituzione della scuola media unica e l’accesso libero all’università.

Il miglioramento culturale generale in un contesto di modifiche significative agli stili di vita ha portato anche a far sì che aumentasse la coscienza sociale, la richiesta di migliori condizioni di lavoro e di distribuzione di servizi e benessere.

A questo hanno fatto seguito lotte per la rivendicazione di diritti e per l’adeguamento di salari e condizioni di lavoro che hanno fortemente contribuito alla crescita del Paese, mentre nelle case degli italiani entravano la televisione e l’automobile diventava un bene primario, spingendo ancor di più la produzione industriale e i successi economici nazionali e internazionali.

Le scuole di ogni ordine e grado hanno sfornato e continuano a sfornare diplomati e laureati, che spesso ci sono invidiati dal mondo intero per preparazione e capacità, che hanno dato sostegno all’industria, al commercio, ai servizi, al turismo di un paese in costante sviluppo ed espansione.

Si può affermare che la fine del secolo scorso abbia rappresentato il periodo di maggior affermazione della scuola italiana di ogni ordine e grado, necessario sostegno per il generale sviluppo del Paese.